Tappa 11 | Albertville - Col du Granon / Un giro attraverso un'antica zona di subduzione


 152 km

 

 Montagne

 

 Un giro attraverso un'antica zona di subduzione

 

Una ripida salita nelle Alpi o un'immersione profonda sotto la crosta terrestre?

Nomi rock in una zona di subduzione freddaLa corsa di oggi è entrambe le cose! Viaggerete insieme ai ciclisti mentre attraversano quello che un tempo era il confine dell'Europa, addentrandosi nella zona di sutura in cui frammenti di crosta oceanica sono stati preservati e sollevati, per poi terminare la tappa in una area fatta di rocce ingoiate all'interno della Terra circa 45 milioni di anni fa e poi rigurgitate fuori nel tempo. Rocce come queste costituiscono gran parte dell'incredibile topografia delle Alpi. Per vedere queste rocce sepolte in profondità, il gruppo dovrá scalare una serie di dolci colline che terminano a circa 2600 m nel Souvenir Henri Desgrange. Segnando circa due terzi del percorso di oggi, questa vetta si trova al confine tra le province francesi della Savoia e delle Hautes-Alpes ed è giustamente considerata il cuore delle Alpi Francesi. La salita di oggi è un piccolo prezzo da pagare per raggiungere queste rare rocce che si sono formate a 70 km sotto la superficie terrestre!

 

La Terra è una pentola a pressione e le rocce sono gli ingredienti

Nei primi 45 km dei 149 km della tappa di oggi, il gruppo si avvicinerá ai piedi delle Alpi. Se la giornata è soleggiata, tenete d'occhio le rocce circostanti e come queste appaiono scintillare sotto il sole. Questi minerali scintillanti sono piatti cristalli di mica che testimoniano l'alta pressione subita da queste rocce. Quando le rocce sono sepolte in profondità nella Terra a seguito di processi tettonici, i costituenti chimici si riorganizzano e le strutture minerali cambiano per equilibrarsi con le pressioni e le temperature più elevate durante un processo chiamato metamorfismo. Quando la crosta oceanica fredda e densa si immerge sotto le rocce dei continenti che sono meno dense, viene innescato un Blueschist rocks made from old ocean crust (gabbro).metamorfismo di alta pressione-bassa temperatura, tipico delle zone di subduzione. Le zone di subduzione trascinano le rocce superficiali per centinaia di chilometri nel mantello terrestre, ma a volte una parte di queste rocce riesce a sfuggire, tornando in superficie anche da profondità superiori a 100 km dove possono formare i diamanti! Anche se i minerali lucenti lungo la tappa di oggi non sono diamanti, per i petrologi sono ancora più speciali. Questo perché ogni minerale metamorfico è un testimone diretto delle profondità, delle temperature e degli ambienti chimici in cui si è formato. Dalle analisi chimiche e dalla struttura dei minerali metamorfici, i geologi possono ricostruire il tipo e l'entità degli eventi tettonici del passato. Dallo studio di questi minerali, i geologi hanno infatti capito che qui circa 45 milioni di anni fa esisteva una zona di subduzione inclinata verso sud. Durante la tappa di oggi, mentre i corridori saliranno sul Col du Telegraphe e poi sul Souvenir Henri Desgrange, in effetti scenderanno in profonditá lungo l’antica zona di subduzione che consumó il piccolo oceano che separava l'Europa dal microcontinente chiamato Brianconnais a sud.

 

La zone di subduzione oggi

Ma perché occuparsi oggi di rocce che si sono formate in una zona di subduzione 45 milioni di anni fa? Come per qualsiasi altro campo delle scienze della Terra, studiare i processi geologici del passato ci aiuta a capire meglio quelli che governano il nostro pianeta oggi. Le zone di subduzione si estendono oggi per oltre 55.000 km lungo i margini delle placche tettoniche, ad esempio lungo il confine occidentale del Sud America, lungo l'anello del Pacifico dalle Aleutine al Giappone, fino a Sumatra. Le zone di subduzione riciclano continuamente la crosta oceanica all'interno della Terra, generano i terremoti più grandi e distruttivi del pianeta (terremoto di magnitudo 8 o 9? È sicuramente avvenuto ad una zona di subduzione!) e producono le eruzioni vulcaniche più esplosive (come quella recente a Tonga). Lo studio delle zone di subduzione negli archivi geologici può darci informazioni più chiare sul motivo per cui si verificano i terremoti, su cosa scatena le eruzioni vulcaniche e sulla frequenza con cui si verificano questi eventi distruttivi. Sebbene questi eventi siano tra i rischi naturali più pericolosi per le nostre vite, per i tempi e i processi geologici essi rappresentano non piú di un battito di ciglia. Tuttavia, ci mostrano che la nostra Terra è un sistema vivente e il suo battito persiste per milioni di anni. E dobbiamo ringraziare le enormi forze tettoniche per averci regalato questo magnifico prodotto finale che rende spettacolari le gare in bicicletta!

   


 
Marco Maffione - Associate Professor at the University of Birmingham

I am a geologist and I study fundamental tectonic processes in ophiolites and mountain belts using paleomagnetism, magnetic fabrics, and structural geology. I enjoy fieldworks, but am also passionate of laboratory work to explore technical aspects of rock magnetism.

Marco Maffione
 
Alissa Kotowski - Assistant Professor at Utrecht University, the Netherlands

My goal is to figure out how subduction zones get started, and after they start, how they change through time. I combine structural geology in the field and mineral and isotope chemistry in the lab (metamorphic petrology and geochronology) to reconstruct plate tectonic histories from ancient subduction zones. I’ve studied rocks from Greece, Oman, and Quebec, and I'm adding to the list! Check the GeoTdF-team...

Alissa Kotowski

 


GeoMap Tour del Giorno - 11

È possibile eseguire lo zoom e la panoramica della mappa, fare clic sulla mappa per ottenere una descrizione della litologia (rocce). Se si sposta il mouse sul profilo (la linea gialla nel grafico sottostante), la posizione viene mostrata anche sulla mappa.

Scarica tutto

Giornalisti, commentatori, coloro che vorrebbero leggere tutte le geo-info su ogni tappa del Tour de France 2022. Ora puoi scaricarlo tutto.

 

 

 

GeoTdF su Strava